NOZIONI NORMATIVE SUGLI IMPIANTI DI ALLARME E RAPINA

CEI79-3 e EN50131

Le principali normative per la corretta progettazione e realizzazione di un impianto di allarme vengono stabilite dal Comitato Elettrotecnico Italiano nella CEI79-3 e dalle Norme Europee EN50131, delle quali sintetizzeremo e semplifichiamo qui le caratteristiche salienti:

Un sistema di allarme è un componente funzionale a un sistema più ampio e articolato, che ha come obiettivo quello di ridurre il rischio mediante l’adozione di mezzi di contrasto e di protezione: il sistema di sicurezza.

Un sistema di sicurezza coerente deve essere sempre costituito almeno da:

  • un sottosistema passivo: composto da tutti i mezzi fisici che sono interposti tra la possibile fonte di pericolo e ciò che si vuole proteggere;
  • un sottosistema attivo (sistema di allarme): composto, invece, dal complesso di apparecchiature che permette di rilevare e segnalare il tentativo di superamento del sottosistema passivo.

Assunto che un sistema di sicurezza è efficace se il tempo di rivelazione dell’azione criminosa (TRIV), sommato al tempo necessario per trasmettere l’informazione (TTX) e a quello necessario per intervenire (TINT) è inferiore al tempo necessario per superare il sottosistema passivo (TABB):

TRIV + TTX + TINT £ TABB

Estremizzando, si conclude che siano inutili sia un sistema passivo – senza uno attivo – sia viceversa. È inutile, quindi, disporre di:

  • ottimi sistemi di allarme e di intervento, se nullo è il tempo necessario per superare un sottosistema passivo inesistente o non efficiente;
  • un ottimo sistema passivo, quando non esiste (o non è efficiente) un sistema di allarme e di intervento, dato che il tempo a disposizione per portare a compimento l’azione sarebbe certamente disponibile.

 

4 LIVELLI DI RISCHIO: La valutazione del rischio è l'analisi effettuata da un professionista durante il sopralluogo dell'area

Grado 1 rischio basso: si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano una scarsa conoscenza degli impianti di sicurezza e dispongano di una limitata gamma di attrezzi facilmente reperibili - Per semplificare come premesso, noi indichiamo che sia sufficiente installare un impianto di allarme intrusione capace di rilevare e segnalare (mediante una sirena autoalimentata* come prescritto dalla normativa sopra citata)

Grado 2 rischio medio/basso: si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano scarsa conoscenza degli impianti di sicurezza ma dispongano di una gamma generica di utensili e strumenti (Es tester, grimaldelli, bussola, magneti...) - Per semplificare come premesso, noi indichiamo che sia necessario che si configuri un impianto anti intrusione capace di rilevare e segnalare ancora prima che avvenga l'intrusione

Grado 3 rischio medio/alto: si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano una discreta conoscenza degli impianti di sicurezza e dispongano di una gamma completa di strumenti elettronici portatili (Es jammer...) - Per semplificare come premesso, noi indichiamo che sia opportuno realizzare un sistema di sicurezza complesso che utilizzi prodotti dotati di maggiori misure anti manomissione, segnalazione e dissuasione

Grado 4 rischio alto: si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano le capacità e le risorse per pianificare in dettaglio l'azione e dispongano di una gamma completa di strumenti elettronici portatili, compresi i mezzi di sostituzione dei componenti di un impianto antintrusione - Per semplificare come premesso, noi indichiamo che per questa esigenza si realizza un impianto con il livello di prestazione che si applica per gioiellerie, banche con caveau, casinò etc

* IMPORTANTISSIMO: la norma CEI79-3 impone che qualsiasi impianto (anche di livello base come il livello di prestazione 1 per grado rischio 1) disponga di almeno una sirena autoalimentata, altrimenti non soddisfa nemmeno i requisiti minimi di funzionalità e non potrà essere dichiarato impianto di allarme intrusione

 

4 CLASSI AMBIENTALI: rappresentano l'analisi delle variabili ambientali che il professionista dovrà valutare per selezionare i prodotti adeguati

I - Interno: ambienti a temperatura ben controllata +5/40°C (abitazione, uffici, negozi, banche, musei...)

II -Interno generale: ambienti interni soggetti a variazioni -10/40°C (corridoi, scale, atri, magazzini...)

III -Esterno riparato: ambienti non completamente esposti agli agenti atmosferici -25/50°C (balconi coperti, pergolati, rimesse...)

IV -Esterno: ambienti all'aria aperta esposti alle intemperie -25°C/60°C (balconi scoperti, giardini, cortili, aree industriali...)

 

4 GRADI DI SICUREZZA (LIVELLI DI PRESTAZIONE): configurano l'insieme delle apparecchiature di cui il progetto dovrà dotarsi per soddisfare i requisiti imposti dalla normativa

La Norma CEI 79-3 descrive un metodo oggettivo per definire il livello di prestazione di un impianto in funzione:

  • del numero di barriere funzionalmente concentriche che è possibile realizzare, qualunque sia la sua struttura fisica;
  • della consistenza delle caratteristiche dei componenti installati;
  • delle modalità realizzative dell’impianto.

Allo scopo della valutazione del livello di prestazione, la norma scompone gli impianti di allarme intrusione nei tre sottoinsiemi:

  1. rivelatori;
  2. apparati essenziali e opzionali;
  3. dispositivi di allarme.

Con riferimento al livello di prestazione, la Norma CEI 79-3 propone un metodo di valutazione che assegna a ognuno dei tre sottosistemi un fattore di merito il cui valore è convenzionalmente compreso tra 0 e 1. Il livello complessivo di prestazione dell’impianto è pari al livello di prestazione del sottoinsieme con la classificazione peggiore.

In termini generali, il livello di prestazione di ogni singolo sottoinsieme dipende dai fattori di merito dei componenti ad esso appartenenti. Gli elementi considerati per l’attribuzione dei fattori di merito sono:

  • il grado di sicurezza dei singoli apparati che compongono l’impianto;
  • le modalità d’installazione e d’esecuzione delle interconnessioni descritte dalla stessa norma;
  • la correlazione fra i singoli apparati nei due casi possibili di:
    • apparati funzionalmente in parallelo, il cui contributo alle prestazioni globali corrisponde alla somma dei singoli contributi;
    • apparati funzionalmente in serie, il cui contributo alle prestazioni globali corrisponde al prodotto dei singoli contributi;
  • l’importanza relativa dei singoli apparati per mezzo di coefficienti moltiplicativi (per gli elementi funzionalmente in parallelo) o di coefficienti esponenziali (per gli elementi funzionalmente in serie), il cui valore convenzionale viene fissato per singoli casi tipici;
  • la presenza di zone non protette, totalmente, da determinati raggruppamenti omogenei di rivelatori, attraverso un coefficiente d’insuperabilità della protezione all’interno del fattore di merito dei rivelatori.

Per i rilevatori l’espressione generale del fattore di merito (fi) può essere espressa come segue:

  • Cr e αr sono coefficienti di ponderazione specificati nella norma nei singoli casi;
  • L è il grado di sicurezza;
  • k è un eventuale correttivo del grado di sicurezza specificato nella norma nei singoli casi;
  • I è il coefficiente di insuperabilità;
  • x tiene conto dell’eventuale incompletezza della protezione ed è specificato nella norma nei singoli casi.